“Leopardi: Il poeta dell’Infinito”, il tributo Rai al poeta recanatese.

Giovanni Calabrò
GIOVANNI CALABRÒ
Recensioni
Wicked
Una serie girata molto bene, ma dispersiva e lenta nella sua seconda parte Voto UVM: 4/5

Leopardi: Il poeta dell’Infinito, miniserie biografica su Giacomo Leopardi, il grande poeta e letterato italiano dell’Ottocento è uscita il 7 e 8 gennaio 2025 sulla rete Rai. Le opere di Giacomo esplorano temi come la solitudine, il dolore e la natura umana, riflettendo una profonda introspezione e una visione spesso pessimistica dell’esistenza. La miniserie, diretta da Sergio Rubini offre un ritratto inedito e storicamente coerente del grande poeta recanatese. Il primo episodio mandato in onda il 7 gennaio percorre l’infanzia e l’adolescenza del protagonista. Vediamo come il giovane Leopardi (Leonardo Maltese) fin dalla sua infanzia è spinto dai suoi genitori, verso lo studio religioso e la vocazione ecclesiastica.

L’infanzia di Leopardi

Vocazione che inizialmente voleva anch’egli intraprendere, ma che poi sbiadì con l’avvicinarsi agli studi classici e scientifici. Il non poter uscire per voler del padre lo fece sentire isolato e infelice, sentimenti che lo portarono ad iniziare la sua enorme produzione poetica. La prima parte della serie mostra il rapporto genitoriale disfunzionale e la morbosità da parte del padre, il Conte Monaldo Leopardi (Alessio Boni) nei confronti del figlio. Il padre riconosce la genialità di Giacomo, tant’è che gli offre la possibilità di studiare altro oltre agli studi religiosi.

Leopardi attraverso lo studio troverà una sorta di rifugio e di consolazione, della libertà rubata, ma questo nel corso degli anni non gli basterà più, perché non solo il troppo studio gli recerà dei danni fisici ma anche mentali, come la depressione o il non riuscire a vedere bene, per le troppe ore davanti ai libri, ma gli ruberà anche la sua infanzia e adolescenza. La serie non solo pone lo sguardo all’introspezione del protagonista e la sua genialità, ma evidenzia soprattutto la ribellione, le passioni e gli ideali politici che hanno caratterizzato seppur breve la sua intensa esistenza, sempre nel forte desiderio di emancipazione.

Leopardi, solo un pessimista?

Giacomo, nonostante percepito come pessimista, per i temi sofferenti che persistono nelle opere, non era propriamente solo questo; nella miniserie viene mostrato anche il lato più sereno della vita del poeta recanatese, fatto di amicizie vere e profonde. L’esempio più lampante è quella con Antonio Ranieri (Cristiano Caccamo), un’amicizia che va oltre rispetto reciproco e bontà, grazie agli attori si percepisce quanto il loro legame fosse intenso e forte. Un rapporto che rispecchia l’emblema dell’amore puro e incondizionato. Ranieri viene descritto nella serie come un uomo allegro ma anche dedito ai piaceri carnali.

Per Leopardi conoscere Ranieri è un punto di svolta vitale, visto che le sue opere non vengono abbastanza capite e riconosciute; il rapporto d’amiciza con Ranieri gli permette di emanciparsi, in un certo senso. Grazie a questo Giacomo riesce a vivere finalmente una vita degna di essere vissuta,ad esserne il protagonista, non più costretto ad essere un burattino nelle mani del padre e della sua famiglia. Inoltre, soprattutto nella seconda parte, esplora l’amore idilliaco e non ricambiato per la contessa Fanny Targioni Tozzetti (Giusy Buscemi). A lei dedica Aspasia, la sua poesia più intima.

Giacomo e Fanny. Fonte: Rai

La disillusione e il sogno d’amore del Poeta

Leopardi nel momento in cui cerca di dichiararsi a Fanny, capisce che questo amore non era ricambiato e che il suo amico da sempre aveva represso i sentimenti che provava per lei, per non ostacolarlo. Da qui Leopardi decide di ricambiare il rispetto mostrato dall’amico e così scrive una lettera a Ranieri, esprimendo i sentimenti di Fanny e invitandolo a ritornare a Firenze. Ranieri dopo aver ricevuto la lettera ed essere tornato a Firenze, passerà un’ultima notte con Fanny, e dopo ciò l’allontanerà,  per non ferire Giacomo e per prendersi cura di lui, visto che egli si stava ammalando ancor più gravemente. Nel 1833 Giacomo si trasferisce dall’amico a Napoli, dove conoscerà la sorella di Ranieri. Sarà anche lei a stargli vicino e soprattutto sarà la complice del piano di Leopardi di vivere l’amore che da tempo aveva sognato e idealizzato.

Giacomo Ranieri e Fanny. Fonte: Rai

I peccati della serie

Nonostante la miniserie biografica sia molto interessante e girata molto bene, anche per le scelte stilistiche utilizzate, la seconda parte pecca un po’ in quanto è più lenta e a tratti noiosa, rispetto alla prima parte che invece è più fluida e intensa, complice anche la scelta musicale associata alle opere del protagonista riportate nella serie. Tutto sommato la serie è molto buona e intriga abbastanza, un buon prodotto rai che ha comunque qualche pecca.

Giacomo Leopardi morì nel 1837 di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli. Dell’immenso poeta ci restano fortunatamente le sue magnifiche e senza dubbio profonde composizioni, benedizioni per l’animo umano.

 

Chiara Trifiletti