Miniatura del XV secolo che raffigura il dio romano Giano – Conde Museum, Chantilly Fonte: fanpage.it

Giano Bifronte e gli inizi

Valeria Vella
VALERIA VELLA
Cultura
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Dio degli inizi e delle fini, dei bivi e dei portali, collocato fra il passato e il futuro… Giano è sicuramente una delle figure che, fra quelle appartenenti al pantheon romano, esercita più attrattiva.

È la sua dualità, suggerita dall’epiteto che accompagna il suo nome – per l’appunto Bifronte –, ad essersene in gran parte responsabile. Di fatto, coesistono in lui diverse nature, opposte e complementari insieme, come anche confermato dalle sue molteplici raffigurazioni.

Maestro dei Mesi, Giano bifronte - Nicola Quirico – Museo della Cattedrale, Ferrara
Maestro dei Mesi, Giano bifronte – Nicola Quirico – Museo della Cattedrale, Ferrara

Giano è spesso rappresentato con un volto anziano e uno giovane. Il primo munito di bacchetta, metafora dell’alternarsi delle quattro stagioni; il secondo, invece, con in mano una cornucopia, augurio per l’abbondanza di un nuovo anno.

In altre, lo vediamo, da un lato, impugnare un tridente, mentre, dall’altro, coronato d’alloro. Anche in questo caso, però, si ripresenta l’allegoria del tempo. Il tridente è, infatti, simbolo per eccel­lenza delle sue tre dimensioni (passato, presente e futuro) e la testa coronata d’alloro segno del rinnovamento e della gloria che il dio dovrà propiziare in vista di un’età nuova.

È chiaro, alla luce di tali considerazioni, l’intrinseco legame che Giano stabilisce con il tempo.

Un concetto che è possibile rintracciare all’interno della stessa etimologia del termine. Secondo alcune interpretazioni, il nome Giano avrebbe la base in *ey, “andare”, e rimanderebbe, quindi, ad un’idea di movimento, di passaggio. Una tesi molto accreditata, in quanto coerente con una delle sue funzioni principali: quella di intermediario.

Con “passaggio” si fa riferimento ai due movimenti di apertura e chiusura spazio-temporale che il dio opererebbe dal punto di vista del cardine immobile, del presente da cui si origina l’inizio e la fine di ogni cosa.

In virtù di ciò, Giano, patrono di tutto ciò che si produce nel processo di mutazione da una condizione a un’altra, sarebbe il gran creatore. Fonte del genere umano e divum pater, padre degli dèi.

Romano o straniero?

Nel 1945, Pierre Grimal, filologo classico e latinista francese, avanzava l’ipotesi che Giano potesse essere straniero, l’adattamento romano di una divinità di origine orientale. Sono varie, infatti, le tesi che lo accostano all’indiano Siva.

Tale congettura non sarebbe, però, plausibile se considerata la preponderante rilevanza che il dio rivestiva nei rituali e nel complesso culturale di Roma.

Come ci sovviene dall’analisi di Gaio Calpurnio Pisone, sarebbe stato il re Numa Pompilio ad istituirne propriamente il culto.

«La più antica divinità indi­gena d’Italia» stabiliva, poi, Erodiano, storico greco antico vissuto secoli dopo.

«Il primo degli antichi dèi che i Romani chiamava­no Penati» aggiungeva Procopio.

«La Grecia non ha nessun Nume pari a te» scriveva Ovidio nei suoi Fasti, smentendone, quindi, una derivazione ellenica.

Tutte affermazioni che chiariscono in modo irrefutabile la maternità italica.

Il fatto che Giano sia patrono degli accessi, delle vie e dei vani ne fa, inoltre, l’eccelso custode delle porte di Roma. Fra queste, una ne prende perfino il nome: lo ianus Augustus, eretto in Betina.

Forse alludendo al suo ruolo di iniziatore, il dio detiene anche un primato liturgico, aprendo la lista degli adorati nella formula della devotio.

Il mese di Giano

Illustrazione di Giano, conservata al British Museum, Fonte: https://media.britishmuseum.org/media/Repository/Documents/2014_10/8_21/74e4d108_eed8_4d3d_a53d_a3be015f856e/mid_00470390_001.jpg
I due volti di Giano e la metafora dell’anno nuovo
Fonte: British Museum

Fu sempre Numa Pompilio ad inserire all’interno del calendario romuleo, nel 713 a.C., un nuovo mese proprio a lui dedicato. Da quel momento in poi, infatti, l’anno sarebbe cominciato con Januarius.

Scelta particolarmente azzeccata: con gennaio, così come con Giano, ha tutto inizio. E fine, essendo così a ridosso dell’anno precedente.

Gennaio è un mese particolare. È legato, sì, alla novità, alle attese ottimistiche per il futuro, alla luminosità scaturita dall’inevitabile approssimarsi della Primavera. Ma è anche inestricabilmente annodato con il passato, con tutto ciò che ha ripercussioni sul presente, che non svanisce né si arresta magicamente con lo scattare della mezzanotte del Capodanno.

Per cui, è anche il mese dei resoconti, dei bilanci.

L’invito che questa autrice si sente di porvi, quindi, è quello di non commettere l’errore di relegare in un capitolo chiuso le vostre questioni in sospeso. Affrontatele, fateci i conti.

In preparazione di tutto ciò che l’anno nuovo vi riserva.

 

Fonti: 

Giano, il dio dai due volti

Il dio Giano, Nuccio D’Anna, 1992 – ISBN-10 ‏ : ‎ 8833781224