Babbo Natale

Babbo Natale: tra tradizione e modernità, il volto universale del Natale

Giusy Lanzafame
GIUSY LANZAFAME
Cultura
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La figura di Babbo Natale, ormai indelebilmente legata all’immaginario collettivo natalizio, è il risultato di una sedimentazione culturale che abbraccia secoli di evoluzioni mitologiche, tradizioni religiose e trasformazioni iconografiche. Egli si configura come una costruzione simbolica piuttosto complessa: non solo travalica i confini temporali e geografici, ma si erge, al contempo, quale riflesso di un immaginario collettivo in costante rielaborazione.

 

Tra cristianesimo e mitologia

L’archetipo di Babbo Natale affonda le sue radici nella figura di San Nicola di Myra, un vescovo vissuto nel IV secolo, noto per la sua carità verso i poveri e i bambini. La sua figura, celebrata soprattutto nell’Europa medievale, veniva associata a storie di miracoli e atti di munificenza.

San Nicola, patrono dei piccoli e dei viandanti, divenne oggetto di un culto che si diffuse rapidamente, intrecciandosi con le celebrazioni invernali preesistenti. Tuttavia, il profilo del futuro Babbo Natale si arricchì di un substrato mitologico che trascendeva il contesto cristiano.

San Nicola
St. Nicholas, Moretto da Brescia (1539) – Fonte: ncregister.com

Il contributo delle tradizioni pagane del Nord Europa fu determinante nella definizione di tratti distintivi della sua immagine che, sebbene originariamente cristiana, cominciava ad assumere una natura sincretica.

La figura di Odino, il supremo deus dell’epico pantheon norreno, si sovrappose a quella di San Nicola, dando origine a una configurazione mitologica che si articolava tra sacralità e ritualità profana. Odino, infatti, durante la festività solstiziale della Jól veniva rappresentato mentre cavalcava il suo cavallo a otto zampe, Sleipnir, portando doni e prosperità.

Tale sincretismo religioso contribuì a plasmare la figura di un uomo al contempo divino e umano, che portava con sé l’essenza stessa della speranza e della rinnovata luce del solstizio.

La trasformazione moderna

La trasmigrazione del culto di San Nicola verso il continente americano mediante l’intermediazione delle comunità olandesi, che importarono la tradizione del Sinterklaas.

In territorio statunitense, questa rappresentazione subì un processo di rielaborazione creativa, dando vita al Santa Claus, una versione semplificata e sincretica del santo europeo.

Fu però nel XIX secolo che iniziò a delinearsi con maggiore precisione.

Un punto di svolta fu rappresentato dal poema A Visit from St. Nicholas (1823), attribuito a Clement Clarke Moore. L’opera codificò alcuni tratti distintivi del personaggio: un uomo bonario, dotato di una slitta trainata da renne, impegnato a distribuire doni nella notte di Natale.

Il componimento non solo consolidò l’immagine di Santa Claus nell’immaginario popolare, ma pose le basi per una narrazione simbolica che avrebbe influenzato la cultura popolare per decenni.

Santa Claus
Santa Claus – Fonte: flickr.com

Nel contempo, l’evoluzione artistica della figura subì una trasformazione straordinaria. L’opera di illustratori come Thomas Nast giocò un ruolo decisivo nella definizione dei tratti visivi del personaggio. Fu Nast, infatti, a introdurre il celebre abito rosso, sebbene in una forma ancora suscettibile di variazioni. 

L’impatto di Coca-Cola

Tuttavia, fu con l’intervento della Coca-Cola, negli anni Trenta del Novecento, che Babbo Natale acquisì una configurazione iconografica definitiva e universalmente riconosciuta.

In un’epoca di crescente globalizzazione e diffusione della cultura di massa, l’azienda americana incaricò l’artista Haddon Sundblom di reinterpretare la figura di Santa Claus per la sua campagna pubblicitaria.

Sundblom, pur attingendo dall’immaginario evocato dal poema di Moore, cristallizzò l’immagine di Babbo Natale in una rappresentazione calorosa e rassicurante. Il personaggio assunse così le sembianze di un uomo robusto e gioviale, dai lineamenti paffuti, con guance rosse, barba folta e un abito rosso bordato di pelliccia bianca.

Santa Claus
Santa Give & Take, Coca-Cola (1937) – Fonte: flickr.com

Questa rappresentazione, oltre a incarnare i valori di generosità e affabilità, si inseriva perfettamente nella strategia di branding della Coca-Cola.

Sebbene l’associazione cromatica con il rosso fosse già associata a Babbo Natale nelle tradizioni precedenti, l’uso massiccio e la diffusione delle immagini di Sundblom contribuirono a universalizzare questa cromia, legandola in modo indissolubile all’identità visiva del marchio e al personaggio di Santa Claus.

 

 

Fonti:
www.geopop.it
www.coca-cola.com