Juice: la missione spaziale che esplorerà le lune di Giove

Redazione Attualità
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Juice – Jupiter Icy Moons Explorer – è una missione spaziale dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea). Il progetto è costato 1,6 miliardi di euro, ha coinvolto 23 paesi, 18 istituzioni e oltre 2000 persone. Il lancio era previsto il 13 aprile ma, causa problemi meteorologici è stato rimandato al giorno seguente.

Il razzo vettore Ariane 5 è decollato con successo alle 14.14 (ora italiana) del 14 aprile dallo spazioporto europeo di Kourou in Guyana francese. È stato scelto questo luogo in quanto è lì, a Kourou, che il porto dell’ESA è stato costruito.

ASI | Agenzia Spaziale Italiana
Il lancio dell’Ariane 5 con la sonda Juice. Fonte: ASI

Qual è l’intento della missione?

L’obiettivo della missione sono le tre lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa, Callisto, detti “galileiani” perché scoperti da Galileo Galilei nel 1610. 

Sono state scelte queste lune perché é stata trovata dell’acqua sotto la crosta ghiacciata e questo le rende – in particolare Ganimede – il luogo dove è più probabile trovare della vita extraterrestre all’interno del sistema solare. La quarta luna, Io, sarà evitata a causa della sua vicinanza con Giove, da cui provengono potenti radiazioni.

Giulio Pinzan, uno dei controllori di volo di Juice, ha affermato:

Per quanto Io sia estremamente interessante, non sarà ‘visitato’ da Juice: non è una luna ghiacciata, e poiché è molto vicino a Giove ha un campo magnetico troppo forte, che metterebbe in difficoltà gli strumenti a bordo

Quando finirà la missione?

Nel luglio 2031, Juice dovrebbe raggiungere Giove, a partire da cui effettuerà diversi flyby – voli molto ravvicinati – nel 2034 intorno a Ganimede.

Non è la prima volta che un veicolo extraspaziale si avvicina a Giove, però Juice sarà il primo veicolo spaziale a orbitare intorno ad una luna diversa da quella terrestre. Tra le altre cose, studierà la composizione e la magnetosfera di Ganimede.

La missione terminerà a settembre del 2035, quando si schianterà sulla superficie di Ganimede. Per questo motivo il satellite non ha astronauti a bordo.

Contributo italiano

L’Italia contribuisce alla missione con 4 strumenti scientifici su 10:

RIMERadar for Icy Moon Exploratione – è un radar che rileva la struttura interna degli strati ghiacciati. Responsabile degli aspetti scientifici è l’Università di Trento, tramite il Principal Investigator prof. Lorenzo Bruzzone

JANUS Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator – è una camera ad alta definizione utile per monitorare l’atmosfera gioviana e studiare le lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto. Realizzata in collaborazione con l’INAF – Istituto nazionale di astrofisica –

3GM Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons – analizza le variazioni nel campo gravitazionale.

MAJIS Moons and Jupiter Imaging Spectrometer – è un laboratorio spaziale per le analisi chimico-fisiche. Per la realizzazione hanno collaborato l’Agenzia spaziale francese, CNES e l’Agenzia spaziale italiana, ASI.

Di produzione italiana sono anche i pannelli fotovoltaici, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria.

Gabriella Pino