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Deforestation free: l’Unione Europea ha messo al bando i prodotti derivanti dalla deforestazione

Redazione Attualità
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E’ stato trovato l’accordo provvisorio raggiunto dal Consiglio e il Parlamento europeo che prevede che alcuni prodotti considerati fondamentali immessi sul mercato non contribuiscano più alla deforestazione e al degrado forestale nell’Unione e nel resto del mondo.

L’obiettivo è quello di preservare l’ambiente durante i processi di produzione, attuando delle procedure al fine di rispettare l’ambiente in cui viviamo. Motivo per cui l’applicazione del nuovo regolamento tenderà ad assicurare che una categoria di beni essenziali non siano più causa del disboscamento. In data 6 dicembre il Consiglio dell’ Ue e il Parlamento, hanno discusso la proposta – che il Parlamento aveva presentato a settembre – partendo da un primo progetto della Commissione Europea.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno. Il regolamento sul disboscamento risponde all’appello dei cittadini che chiedono di ridurre al minimo il contributo europeo a questo problema e promuovere consumi sostenibili. Le nuove norme che disciplinano le spedizioni di rifiuti promuoveranno l’economia circolare e garantiranno che le esportazioni di rifiuti non danneggino l’ambiente o la salute umana in altre parti del pianeta. E con la strategia per il suolo riporteremo i terreni in buona salute, faremo sì che siano usati in modo sostenibile e ricevano la necessaria protezione giuridica.” 

fonte: la Repubblica

 

Quali effetti avrà questa misura?

Dal punto di vista economico e ambientale la riduzione delle cause principali del degrado forestale in Europa porterà in futuro a preservare la varietà di organismi viventi di un determinato ambiente, ridurre l’effetto serra, evitare il surriscaldamento globale, il cambiamento climatico e il rischio idrogeologico

Il disboscamento determina soprattutto cambiamenti nel clima e aumenta il dissesto idrogeologico, questo comporta un elevato aumento del rischio di alluvioni e frane. Inoltre un’ulteriore conseguenza a seguito dell’abbattimento delle foreste è l’estinzione definitiva di numerose specie di animali e vegetali.

«Per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, la nuova legge obbliga le aziende a garantire che una serie di prodotti venduti nell’UE non provengano da terreni deforestati in qualsiasi parte del mondo» si legge in una note del Parlamento.

Il ministro ceco dell’ambiente e presidente di turno del Consiglio europeo ambiente, Marian Jurečka, ha ricordato che «L’Ue è un grande consumatore e commerciante di prodotti che svolgono un ruolo sostanziale nella deforestazione, come carne bovina, cacao, soia e legname. Le nuove regole mirano a garantire che quando i consumatori acquistano questi prodotti, non contribuiscano a un ulteriore degrado degli ecosistemi forestali. Proteggere l’ambiente in tutto il mondo, comprese le foreste e le foreste pluviali, è un obiettivo comune per tutti i paesi e l’UE è pronta ad assumersi le proprie responsabilità».

L’attuazione di questa legge inoltre, apporterebbe un cambiamento drastico in ambito di tutela ambientale, in quanto l’Unione Europea risulta essere tra i maggiori consumatori delle materie che provocano il fenomeno della deforestazione, ciononostante sarà davvero difficoltoso far rispettare il regolamento e mettere in pratica ogni tipo di controllo.

 

l’Ue è il secondo importatore globale di deforestazione tropicale, fonte: 3csc


Quali sono i prodotti da verificare?

Dopo un’accurata verifica è stato deciso che l’importazione di alcuni beni sarà vietata se la loro provenienza risulterà derivare da terreni disboscati. Le norme verranno applicate a: cacao, caffè, soia, olio di palma, carne bovina, gomma, carbone e prodotti di carta stampata.
La legge ha come obiettivo quello di rassicurare i consumatori sulla provenienza dei prodotti , e sul fatto che la produzione di questi ultimi non danneggi le foreste.
Per questo motivo le autorità dell’Unione Europea avranno accesso alle coordinate di geolocalizzazione e potranno effettuare una serie di controlli volti a monitorare e analizzare la provenienza dei prodotti sul mercato attraverso gli appositi strumenti.


Come si dovranno comportare le aziende?

Secondo il testo concordato, «mentre nessun Paese o prodotto in quanto tale sarà vietato, le aziende non saranno autorizzate a vendere i loro prodotti nell’Ue senza questo tipo di dichiarazione». Come richiesto dagli eurodeputati «le imprese dovranno anche verificare il rispetto della legislazione pertinente del Paese di produzione, compresi i diritti umani, e che i diritti delle popolazioni indigene interessate siano stati rispettati». Per effettuare i controlli le aziende dovranno avere accesso alle informazioni geografiche riguardo i terreni di coltivazione e le materie prime. Gli stessi co-legislatori hanno accordato severi obblighi di diligenza per gli operatori, che dovranno assicurare la tracciabilità dei prodotti venduti.


Quali saranno le sanzioni?

Sono previste sanzioni molto pesanti proporzionate al danno ambientale e al valore delle materie prime, pari al 4 % del fatturato annuale degli operatori nell’Europa, nonché il divieto di partecipare ad appalti e/o finanziamenti pubblici. Attualmente Consiglio e Parlamento devono adottare formalmente il regolamento affinché possa entrare in vigore; a seguito di ciò le aziende avranno 18 mesi di tempo per documentarsi e conformarsi alle nuove norme, nel caso di imprese più piccole il tempo è prolungato a 24 mesi.

Inoltre la Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha constatato che tra il 1990 e il 2020 a causa della deforestazione siano stati persi circa 420 milioni di ettari di foresta, un numero davvero significativo che induce a riflettere sulle problematiche del nostro pianeta.

Federica Lizzio