Giuseppe Avarna e la campana dell’amore

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Siamo ormai abituati a sentire le stravaganze e le follie degli artisti, da Byron a Wilde, da Casanova a D’Annunzio. Pochi sanno che anche qui, nel ridente borgo di Gualtieri Sicaminò, ha vissuto una figura letteraria tanto eccentrica quanto anticonformista.

Nobile dal cuore nobile, incompreso dalla maggior parte delle persone, visto solo come un rampollo di un’antica casata, Giuseppe Avarna era un grande intellettuale dotato di una sensibilità malinconica. Egli ha parlato e tanto ha fatto parlare di sé.

Ma chi era il nobile che faceva suonare le campane dell’amore?

Ritratto di un (non troppo) nobile artista

Giuseppe Avarna nasce a Roma l’11 novembre del 1916, appartenente a una  delle più antiche casate nobiliari, il cui blasone risale al primo insediamento longobardo nel marsicano e s’intreccia con tutte le dominazioni nell’Isola e nella penisola sino al regno sabauda. Il padre fu il duca Carlo Avarna di Gualtieri, la madre Giulietta Farensbach; il nonno Giuseppe fu ambasciatore italiano a Vienna e amico fidato dell’imperatore Francesco Giuseppe, e Carlo fu l’ultimo presidente del consiglio del Regno delle Due Sicilie. Passa la sua infanzia a Roma, studia in famiglia e impara l’inglese e il francese.  A settembre del 1941 sposa a Cortina d’Ampezzo Magda Persichetti dalla quale avrà tre figli.

Maniero degli Avarna e cappella adiacente. Fonte:https://comune.gualtieri.me.it/

Casanova, politico eclettico, stravagante poeta

Negli anni ’40,  fonda e dirige con un gruppo di giovani scrittori la rivista Girasole, e nel frattempo s’impegna sul versante politico aderendo prima al  Partito Nazionale Monarchico, successivamente con il Movimento sociale. Nel 1945 a Messina, fu tra i fondatori del Movimento per l’indipendenza della Sicilia, assieme a Francesco Paolo Lo Presti, Umberto Bonino, Gaetano Martino, Giuseppe Pulejo, Antonino Vaccarino e Carlo Stagno d’Alcontres, dove scrisse anche un testo sull’autonomia della Sicilia.

Compone numerose opere prevalentemente in francese, tra le più importanti un dramma in tre episodi intitolato Poème d’un soldat mort à la guerre, che racconta le crisi sociali e morali che vissero la gioventù durante la II Guerra Mondiale, e una raccolta di liriche dal titolo Poème d’une douce saison.

Il duca visse la sua vita tra Roma, dove risiedeva presso palazzo Odescalchi, e il ridente borgo di Gualtieri Sicaminò. A Roma frequentava i salotti dell’alta nobiltà romana, distinguendosi per il suo estro e le sue ampie capacità seduttive. Ma il nobile non visse chiuso nel dorato universo aristocratico, ma fu soprattutto un raffinato poeta ed eclettico politico, bizzarro e provocatore.

Giuseppe Avarna fu un tombeur de femmes ma, tra le tante divagazioni dal letto coniugale, quella che destò più scandalo fu con Tava Daetz, che si rivelò una relazione duratura e non un’avventura occasionale.

Muore tragicamente a 82 anni, il 21 febbraio 1999, nell’incendio della sua abitazione adiacente al castello di Gualtieri Sicaminò, entrato nella casa in fiamme nel tentativo disperato di salvare quello che poteva dalla finestra, le poesie e gli scritti.

Quanto suonano le campane dell’amore?

L’incontro tra Giuseppe Avarna e Tava Daetz avviene nel 1976 nel pieno centro di Roma. Tava Daetz è un’assistente di volo della compagnia Pan Am, ha 26 anni mentre il duca di anni ne ha già 60.

Pochi giorni dal primo incontro e i due amanti si trasferiscono in Sicilia, ma nel castello di Gualtieri non c’è più posto per lui, perciò la coppia va a vivere in quell’ambiente bucolico della cappella sconsacrata del curato, adiacente il castello. Lei suona la chitarra mentre lui declama i suoi versi, il tutto condito da numerosi tocchi di campana. Quelle campane suonavano per amore.

Dopo ogni convegno erotico, il duca di Gualtieri e la sua giovane amante Tava Daetz, facevano rintoccare le campane a coronamento della reciproca passione, perché tutto il paese sapesse, a la facci di l’inviriusi; soprattutto, perché l’eco del congiungimento giungesse all’ex consorte. La favola delle campane fece il giro del mondo.

 

Spezzone dell’intervista di Enzo Biagi a Giuseppe Avarna e Tava Daez

Giuseppe Avarna intervistato da Enzo Biagi sulla questione precisò che le campane suonavano per vari motivi: “euforia”, “tristezza”, “riflessione”, “gioia” e, soprattutto, per segnalare come la coppia interpretasse la vita: e cioè “ con ironia”, “con umorismo”. Solo una timida smentita, da parte dei due amanti, che quelle campane suonassero dopo le loro notti d’amore.

 

Gaetano Aspa