Bruxelles trattiene i fondi europei destinati alla Polonia. Decisione storica dell’UE

Redazione Attualità
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Da diversi mesi circolavano degli attriti tra l’UE e la Polonia, iniziati a settembre 2021 con l‘ammenda da parte della Corte di Giustizia pari a 500 mila euro per ogni giorno che avrebbe tenuto aperta la miniera e le centrali di carbone a Turow, nei pressi del confine con la Repubblica Ceca, poiché viola gli standard ambientali europei. È la prima volta nella storia che la Commissione utilizza questo strumento a sua disposizione, creando così un precedente che si allinea con altre irregolarità commesse dalla Polonia.

 

(fonte: la Repubblica)

I dettagli della decisione

Secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea, la Polonia avrebbe dovuto pagare il primo mese di multe – in tutto 15 milioni di euro più gli interessi per un periodo che va dal 20 settembre 2021 al 19 ottobre 2021 – entro 60 giorni. Varsavia però, da allora, non ha chiuso né la miniera né versato un centesimo alla Commissione europea, poiché il governo ha ritenuto che tali risorse fossero indispensabili per fornire energia al Paese, soddisfano infatti il 7% della domanda domestica. Questo ha provocato un importante aumento della multa che ha raggiunto circa 60 milioni di euro, e può aumentare ancora se la Polonia non decide di chiudere gli impianti. Nonostante un portavoce della Commissione europea abbia dichiarato che decurteranno entro dieci giorni lavorativi la prima rata, da Varsavia il portavoce del governo Piotr Müller fa sapere che presenteranno ricorso utilizzando:

tutti i mezzi legali

ricordando inoltre che il 3 febbraio era stato firmato un accordo tra Varsavia e Praga per porre fine alla loro disputa (la Polonia dovrà versare 45 milioni di euro come risarcimento). Questo accordo amichevole comporterà l’interruzione del procedimento dinanzi alla Corte di Giustizia, che deve ancora emettere un’ordinanza per chiudere il caso.

Altri casi emblematici in contrasto con l’Unione Europea

La Polonia si era resa già protagonista in negativo agli occhi della Commissione Europea in un caso separato. La Commissione europea aveva infatti aperto una procedura d’infrazione per le così dette “LGBT-free zones”, ossia le aeree del paese libere dalle persone LGBT istituite da vari enti locali, limitando la libertà d’espressione e il diritto a manifestare per il pride, provocando una pesante discriminazione nei territori. La procedura consisteva nel rimuovere dei fondi destinati alle regioni di Cracovia, Rzeszow e Lublino, ed infatti ha ottenuto il suo obiettivo poiché queste ultime hanno revocato le disposizioni. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nell’informativa aveva rincarato la dose dichiarando che l’Unione Europea è fondata:

sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze

 

(Marcia per l’uguaglianza a sostegno dei diritti delle comunità LGBT. Fonte: euractiv.it)

 

Un altro caso decisamente grave risale ad ottobre 2021, quando la Corte di Giustizia europea decise di condannare la Polonia a una multa di un milione di euro al giorno per non aver sospeso l’attività della Sezione disciplinare della Corte Suprema polacca, cioè un organo che secondo la Corte limita l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici, e che quindi non garantisce il rispetto dello stato di diritto in Polonia. Questo atteggiamento decisamente anti-europeo infatti, mina i valori dell’Unione che si basano su una forte collaborazione e coesione tra gli Stati membri, e ha posto seri dubbi in merito all’adesione della Polonia all’UE. Al momento questa multa ha raggiunto circa 100 milioni di euro: non è chiaro se e quando la Commissione intenderà iniziare a riscuoterla trattenendo ulteriori fondi che spettano alla Polonia.

L’importanza dei fondi e l’equilibrio instabile della Polonia

La Polonia è uno dei paesi più poveri dell’Unione, e come tale uno dei maggiori beneficiari dei fondi del bilancio europeo: fra il 2021 e il 2027 infatti dovrebbe ricevere in tutto circa 78 miliardi di euro, fondamentali per alcuni settori della propria economia e per la gestione delle tratte migratorie. Per l’analista del New York Times George Riekeles:

Nel lungo termine questa situazione non è sostenibile. La Polonia sarà costretta a prendere una decisione politica.

Si spera che questa situazione possa migliorare, anche perché lo scenario politico europeo non naviga in acque tranquille. Da molto tempo la Russia minaccia di invadere l’Ucraina e più i giorni passano, più le trattative si fanno sempre più difficili. In merito alla situazione il presidente polacco Duda ha dichiarato:

Ciò di cui ha bisogno la Polonia in questo momento è la calma. Davanti a tutte le minacce esistenti sulla scena internazionale servono un dialogo pacato e l’unità

La Polonia, dal canto suo, si trova paradossalmente in una posizione di equilibrio instabile. Geograficamente vicina alle zone minacciate dal conflitto e guidata da una classe politica sempre più vicina alle posizioni di Vladimir Putin corre il rischio di vestire i panni, suo malgrado, di attore principale negli equilibri della nuova “cortina di ferro”.  Urge dunque un dialogo costruttivo con l’Unione Europea e soprattutto un’azione che metta da parte gli interessi politici per ristabilire l’equilibrio dello scacchiere politico europeo.

 

Federico Ferrara