Aumento dei contagi, l’Austria impone limitazioni ai non vaccinati

Redazione Attualità
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Il cancelliere austriaco Schallenberg ha annunciato che da lunedì 8 novembre entreranno in vigore nuove misure restrittive per le persone non vaccinate contro il coronavirus. La scelta è stata fatta in risposta all’aumento significativo del numero di positivi registrato nel corso delle ultime settimane.

Secondo le autorità austriache sono 9388 i positivi registrati nella giornata di venerdì 5 novembre. Ben il 60% in più rispetto alla settimana precedente ed un numero non poco lontano dal record di 9586 contagiati che lo scorso anno, in questo stesso periodo, avevano fatto scattare il secondo lockdown.

Il cancelliere tedesco Alexander Schallenberger e il suo predecessore Sebastian Kurz, fonte: dunav.at

Nuovo picco dei contagi

Numeri e dati che hanno indotto Alexander Schallenberg a varare nuove, drastiche misure aventi però come unici destinatari i cittadini sottrattisi all’iniezione del siero anti-Covid 19. Tra le finalità della scelta del cancelliere, oltre quella di alleggerire il carico sulle strutture sanitarie e impedire il sovraccarico delle terapie intensive, vi è quella di incentivare i suoi connazionali a sottoporsi ad un ciclo completo di vaccinazione. L’Austria è, ad oggi, uno dei paesi europei con la più bassa percentuale di vaccinati in Europa, circa il 64% della popolazione. All’annuncio del capo dell’esecutivo ha fatto eco l’appello del Ministro della Salute austriaco che ha chiesto che coloro che si recheranno negli hub vaccinali riceveranno anche il vaccino anti-influenzale perché “ci troviamo davanti ad una nuova ondata e dobbiamo essere pronti”.

 

Le nuove restrizioni

Le nuove restrizioni per le persone non vaccinate non consisteranno in un semplice lockdown, simile quindi a quello che tutti noi abbiamo sperimentato l’anno scorso nei mesi tra marzo e maggio, bensì in una serie di limitazioni all’accesso in alcuni luoghi pubblici. Questi non potranno più entrare in bar e ristoranti, nemmeno se all’aperto, come anche nei cinema, nei teatri, nei parrucchieri e nei saloni di bellezza. Sarà vietato loro anche soggiornare in alberghi, partecipare ad eventi con più di 25 persone o usare impianti sciistici in risalita.

Contemporaneamente all’entrata in vigore delle misure, giorno 8 novembre, avrà inizio anche un periodo di transizione di quattro settimane durante cui coloro che hanno ricevuto almeno una dose del vaccino o saranno in possesso di un test avente avuto esito negativo potranno essere esentati dalle suddette restrizioni. Esenzioni che non si applicheranno per i lavoratori che prestano la loro attività all’interno di luoghi di lavoro. In Austria, come da noi, è infatti necessario essere in possesso di un Green Pass per potere lavorare sostanzialmente ovunque. Il governo di Schallenberg ha adottato il “modello italiano” richiedendo dal 1 novembre il rispetto della regola delle 3-G: geimpft (vaccinati negli ultimi 360 giorni), genesen (guariti da 6 mesi) o getestet (testati e con esito negativo).

Tra le ulteriori novità annunciate vi è anche la reintroduzione dell’obbligo di indossare la mascherina (necessariamente la FFP2) ma solo in alcuni luoghi pubblici, come biblioteche, musei e negozi, e la riduzione della durata della validità del Green Pass da 9 a 6 mesi. Riduzione che ha come fine quello di convincere alla somministrazione della terza dose.

Strade di Vienna, fonte: aa.com.tr

Terza dose e pericolo della nuova ondata di contagi in Europa

Proprio la terza dose è stata l’oggetto delle recenti decisioni dei vertici di alcuni tra i principali Paesi europei. Da Berlino arriva infatti la notizia che la dose booster verrà estesa a tutti coloro i quali hanno ricevuto la seconda dose da almeno 6 mesi. Una scelta considerata necessaria per via della quarta ondata che il governo tedesco afferma essere già incorso e che preannuncia costituire una grave minaccia per la tenuta delle strutture sanitarie. Il record di contagi nelle ultime 24 ore ha spinto infatti i presidenti di due land tedeschi, rispettivamente Sassonia e Turingia, a limitare l’accesso ai ristoranti, bar e eventi ai soli immunizzati e a minacciare di non curare chi sarà positivo ma privo della vaccinazione. L’estensione delle terze dosi avverrà anche a Malta, dove a differenza dell’Austria si registra una percentuale tra le più alte d’Europa di vaccinati, mentre nel Regno Unito l’indice Rt continua a calare anche grazie alle 9 milioni di dosi booster somministrate. I numeri peggiori continuano però ad essere registrati in Europa orientale e nei Balcani. Zone in cui l’astensione media della popolazione è di circa il 30% e dove si registra, ad esempio in Croazia, picchi nei contagi simili a quelli del 2020.

Filippo Giletto