COP26: stop alla deforestazione entro il 2030

Redazione Attualità
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E’ stato raggiunto un accordo, lunedì 1 novembre, durante la COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) iniziata a Glasgow il 31 ottobre, sotto la presidenza del Regno Unito: fermare la deforestazione, nei 100 Paesi firmatari, entro il 2030. Il patto è molto importante, se si considera che in questi Paesi è presente l’85% delle foreste mondiali. Tra i firmatari della “Dichiarazione di Glasgow su foreste e terra” anche Stati Uniti, Russia, Brasile e Cina. Il loro contributo è di vitale importanza, in quanto si tratta delle economie più forti del mondo e di Paesi che ospitano le più grandi foreste mondiali. Per promuovere politiche volte a fermare la deforestazione, saranno stanziati 12 miliardi di dollari pubblici, ai quali si aggiungeranno altri 7 miliardi da parte di società private. Nonostante il buon risultato, però, decine di migliaia di attivisti sono arrivati a Glasgow per far pressione sulla Conferenza. Alla loro guida Greta Thunberg che, arrivata nel Regno Unito lo scorso sabato, guiderà venerdì una manifestazione di protesta. Intervistata dalla BBC, ha ribadito l’importanza di non mollare, affermando che “a volte dobbiamo far arrabbiare la gente” per difendere ciò in cui crediamo. La Conferenza terminerà il 12 novembre.

L’attivista Greta Thunberg a Glasgow (fonte heraldscotland.com)

I tre grandi obiettivi della COP26

Alla chiusura del G20, tenutosi a Roma, i Paesi partecipanti non sono riusciti a trovare un valido accordo sul clima. È, quindi, di vitale importanza la Conferenza che si sta tenendo in questi giorni a Glasgow. I tre obiettivi da raggiungere sono: mantenere il riscaldamento del pianeta intorno a 1,5 gradi centigradi (rispetto ai livelli pre-industrializzazione), come previsto dagli accordi di Parigi del 2015; un intervento finanziario dei Paesi più sviluppati nei confronti di quelli più poveri, con il compito di consegnare cento miliardi di dollari l’anno, a partire dal 2022; adottare un insieme di regole scientifiche che permetteranno di misurare le emissioni che alterano il clima. Sugli obiettivi da raggiungere si è espresso anche il Premier italiano, Mario Draghi:

“Mentre pianifichiamo i nostri prossimi passi, dobbiamo porci obiettivi concreti. Questo percorso richiede creatività, ambizione e una sana pianificazione economica. Sono orgoglioso degli sforzi compiuti dall’Italia e dall’Unione Europea attraverso il programma Next Generation EU. Gli Stati membri hanno deciso di trasformare la pandemia in un’opportunità. Abbiamo avviato una serie ambiziosa di riforme e investimenti. Intendiamo accelerare la transizione ambientale nelle nostre economie e rendere la crescita più equa e sostenibile”.

Il premier Draghi a Glasgow (fonte agi.it)

 

Il Premier ha, inoltre, sottolineato l’importanza di coinvolgere le banche multilaterali di sviluppo e la Banca Mondiale, invitandole a impegnarsi nella condivisione dei rischi con il settore privato. Draghi ha parlato anche delle ripercussioni che il cambiamento climatico ha su pace e sicurezza globali: l’esaurirsi di risorse naturali fa aggravare le tensioni sociali, può portare a nuovi flussi migratori e contribuire all’aumento di terrorismo e criminalità organizzata.

USA, Germania, Cina: gli interventi dei leader

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante il suo discorso alla COP26, ha riconosciuto la grande responsabilità che il suo Paese può avere nel dare l’esempio. La sua speranza è quella di trasformare la più grande economia del mondo in una delle più innovatrici per energia pulita:

“Quello che faremo è ridurre le emissioni del 50-52% rispetto al 2005 entro il 2030. La mia amministrazione sta lavorando incessantemente dimostrando che queste non sono parole ma azioni. Puntiamo all’obiettivo di 1,5 gradi entro il 2030, trasformando la più grande economia del mondo nella più innovatrice. Ecco perché oggi abbiamo un programma per arrivare a emissioni zero entro il 2050”.

La proposta della cancelliera tedesca, Angela Merkel, è quella di far pagare un prezzo per le emissioni di Co2. Questo spingerebbe le industrie dei Paesi ad adottare migliori tecnologie per raggiungere la neutralità climatica. La speranza della Merkel è quella di raggiungere un mondo a emissione zero, speranza che può diventare realtà, secondo lei, solo se si blocca il finanziamento internazionale di elettricità generata dal carbone.

Anche il presidente cinese, Xi Jinping, seppur non fisicamente presente alla Conferenza, ha invitato tutti i Paesi a “intraprendere azioni più forti per affrontare insieme la sfida climatica”. Per il leader, gli effetti negativi del riscaldamento globale sono sempre più evidenti e l’urgenza di un’azione globale continua a crescere.

Un altro importante intervento è quello della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che scrive così in un tweet:

“La Cop26 è un momento di verità per i nostri piani per fermare il cambiamento climatico. L’Europa si impegna a essere il primo Continente neutrale dal punto di vista climatico al mondo e unire le forze con i suoi partner per un’azione per il clima più ambiziosa. La corsa globale per lo zero netto entro la metà del secolo è iniziata”.

L’UE si impegnerà per ridurre del 30% le emissioni di gas metano e per finanziare tecnologie green:

“Dobbiamo mobilitare fondi per il clima per sostenere i Paesi vulnerabili per adattarsi. L’Ue contribuirà in pieno per raggiungere i nostri obiettivi globale sull’adattamento. Con quasi 27 miliardi di dollari nel 2020, Team Europe è già il maggior fornitore di finanziamenti per il clima, di cui la metà per l’adattamento”

Beatrice Galati