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Tampone molecolare, test sierologico e tampone rapido: quale fare?

Scienza & Salute
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Sin dall’inizio di questa pandemia sono tante le notizie che si sono accavallate. Prima teorie sulle cause, poi ipotesi sulle varie terapie, tanti anche i trial (ancora in corso) per lo sviluppo di un vaccino efficace.

Purtroppo la disinformazione ha sempre causato tanta confusione ed alimentato paure e false credenze. Il dottor Google, se non supportato dalle giuste fonti, non ha sempre le risposte puntuali.

Altro argomento molto dibattuto è stato sin dall’inizio quello della diagnosi, eppure questo è il primo step e non dovrebbe affatto essere misconosciuto.

Sappiamo oramai fin troppo bene come il maggiore veicolo di questo SARS-CoV-2 siano i soggetti asintomatici, perché, inconsapevoli di essere stati contagiati, continuano le loro attività routinarie e lavorative senza il dovuto autoisolamento. È proprio per questo che scegliere il giusto tipo di test è importante.

Quali opzioni sono disponibili?

Quando ci sottoponiamo ad un esame diagnostico ciò che vogliamo è che sia sensibile e specifico. Con il primo termine intendiamo una metodica che riesca con quanta più affidabilità possibile a dare un esito positivo quando il soggetto è “affetto”. Il secondo, invece, ci aiuta ad evitare i falsi positivi, identificando correttamente i soggetti “sani”.
Sul Coronavirus ne abbiamo sentite di tutti i colori, ma al momento le metodiche più conosciute ed utilizzate sono: il test molecolare, il test antigenico ed il test sierologico. Scopriamoli assieme uno ad uno!

Metodiche diagnostiche in relazione alle settimane – Fonte: doi: 10.1001 / jama.2020.8259

Test molecolare

Per Test molecolare si intende l’ormai noto “tampone“. Fastidioso per alcuni, è sicuramente il metodo più affidabile per effettuare diagnosi di infezione.

Con l’ausilio di un bastoncino cotonato, si preleva un campione dalla mucosa naso-faringea (in presidi ospedalieri è possibile eseguirlo anche su espettorato o broncolavaggio o broncoaspirato). A questo punto si utilizza la PCR (Polymerase Chain Reaction – Reazione polimerasica a catena), una metodica che permette, amplificando la quota di genoma repertata, di dimostrare la presenza del virus nelle secrezioni raccolte con il tampone.

Il vantaggio del tampone è che, una volta effettuato, non necessita di ulteriori analisi e nella maggior parte degli individui con infezione clinicamente evidente l‘RNA virale è già rilevabile dal primo giorno dei sintomi e raggiunge il picco entro la prima settimana. Proprio per questo motivo si utilizza principalmente nei soggetti sintomatici per confermare il sospetto diagnostico di positività, nei soggetti asintomatici entrati in contatto con soggetti positivi e nel follow up, per assicurarci della remissione della malattia con un esito negativo.

Tampone nasofaringeo vs orofaringeo – Fonte: scienzainrete.it

Test antigenico

Se in apparenza può sembrare molto simile al tampone molecolare, il test antigenico o “tampone rapido” in realtà condivide con il precedente solo le modalità di prelievo. In questo caso infatti non si va a ricercare il genoma del Coronavirus, bensì la presenza di antigeni, proteine di superficie specifiche del virus (da qui la definizione di Test antigenico). L’aggettivo “rapido” invece si riferisce proprio alla velocità con cui sono disponibili gli esiti, circa 15 minuti, a discapito però della sensibilità e dell’affidabilità che risultano inferiori rispetto al tampone classico. Proprio per questo necessita, in caso di positività, di un ulteriore approfondimento con PCR. Anche in questo caso l’obbiettivo è il riconoscimento di malattia in fase attiva.

Per i suoi pregi può essere sfruttato per grandi screening di popolazione in categorie asintomatiche come passeggeri di mezzi pubblici o scolari e dipendenti.

Fonte: biomedicalcue.it

Test sierologico classico

I test sierologici sono relativamente più facili da eseguire. La loro utilità però, risente fortemente della presentazione tardiva degli anticorpi durante il decorso della malattia, il che non li rende determinanti di fase attiva. A differenza dei tamponi, qui si va a ricercare nel sangue la presenza degli anticorpi specifici contro il SARS-CoV-2.

Il test sierologico classico permette l’identificazione dei tipi di anticorpi (test qualitativo) e la loro quantità. Si tratta di un semplice prelievo di sangue venoso, analizzato poi con tecniche di immunoenzimatica (ELISA) o elettro-chemiluminescenza (ECLIA). In sintesi, sono due le classi anticorpali di nostro interesse:

  • IgM: sono le prime immunoglobuline (anticorpi) ad essere prodotte. Sono dosabili solitamente a partire dal 4°-6° giorno dalla comparsa dei sintomi (nei soggetti asintomatici non è possibile stabilire una data di inizio precisa) e scompaiono dopo qualche settimana.
  • IgG: sono gli anticorpi simbolo dell’immunità acquisita e di memoria (nel caso della Covid-19 diversi studi attestano una durata pari a circa 6 mesi, lasciando spazio a possibili reinfezioni oltre questo termine) e sono prodotti in una fase tardiva (vedi grafico a fine articolo sull’Andamento anticorpale).
Fonte: ilmessaggero.it

Test sierologico rapido

Il test sierologico rapido invece, pur basandosi sullo stesso principio del classico, dà informazioni solo sull’eventuale presenza o meno di anticorpi anti-Coronavirus. Con un pungidito si preleva una goccia di sangue capillare (solitamente dal polpastrello) che viene poi depositata su uno specifico dispositivo di rilevazione. In circa 15 minuti comparirà una banda colorata che indicherà la positività anticorpale o meno.

Si tratta chiaramente di un test poco affidabile, il cui impiego dovrebbe essere attentamente valutato.

Fonte: freepik.it

È bene ricordare che un soggetto positivo al test sierologico potrebbe non avere un’infezione in corso, viceversa un soggetto negativo potrebbe rivelarsi poi positivo, ma avere effettuato il test sierologico in una fase in cui ancora gli anticorpi non sono stati prodotti. Per questo si tratta di metodiche usate prevalentemente come screening di massa soprattutto a fini statistici ed epidemiologici.

Andamento anticorpale in relazione al tempo – Fonte: clinisciences.com

Fondamentale resta dunque la giusta scelta del test diagnostico in base alle esigenze, all’eventuale presenza di sintomatologia correlata alla Covid-19 e nel caso di venuta in contatto con un soggetto positivo (si consiglia il tampone se il contatto è avvenuto nelle 78 ore precedenti).

Giusto spazio anche alle metodiche di prevenzione, perché come sempre: prevenire è meglio che curare (e diagnosticare)!

Claudia Di Mento

Bibliografia:

Immagine in evidenza – Fonte: https://www.disabili.com/

https://www.nature.com/articles/s41591-020-0897-1

https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/technical-guidance-publications

https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2765837

https://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.1003358

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32245835/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32342927/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32621814/

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