La disinformazione è pericolosa: come informarsi correttamente

Redazione UniVersoMe

Siamo tutti maleducati. Non sentitevi offesi, ma la vera tragedia del nostro secolo non è il virus, ma la disinformazione. Sembra paradossale: viviamo nell’era dell’informazione. Ciascuno di noi ha accesso ad un numero enorme d’informazioni, e può informarsi e studiare da internet meravigliosamente, poiché all’interno di questo vasto mondo ci sono, per fortuna, contenuti che hanno un’ attendibilità e chiarezza eccezionali. Il problema? Che la gente non sa come accedervi e molto spesso legge solo le prime voci che google gli ha consigliato. Non sa informarsi, non sa cercare e oltre ciò diventa vettore di ulteriore disinformazione. Non conosce, non sa, legge la prima cosa che gli capita e la ricondivide in un vorticoso ciclo di diffusione della disinformazione che si autoalimenta.

Siamo maleducati, non nel senso che non sappiamo stare composti a tavola, ma perché non sappiamo utilizzare correttamente internet.

Come comportarsi davanti ad una notizia

  1. Prima di leggerla o ascoltarla, verificare che la notizia sia VERA. Nessuno verifica la veridicità della notizia, tutti ascoltano o leggono, nei migliori dei casi, e poi immediatamente condividono. E’ un’assurdità che deve assolutamente smettere di esistere.

Come si verifica una notizia? Facciamo un esempio che ha fatto il giro del mondo.

Questo è un post su Facebook che qualche giorno fa ha fatto il giro del mondo. Bacheca Facebook, Instagram e chat Whatsapp erano pieni di foto di gente che controllava se la propria scopa riuscisse a stare in piedi o meno. Non c’è niente di male nel controllare se la propria scopa riesca o meno a stare sollevata da sola, ma pensare che questo sia dovuto all’inclinazione terrestre è assurdo, soprattutto da chi dovrebbe conoscere nozioni elementari di fisica. Tuttavia facciamo finta che nessuno conosca la fisica. Come si dovrebbe approcciare uno che legge questa notizia per poterne controllare la veridicità?

E’ un post su Facebook, quindi mi compare il nome e cognome del tizio che lo ha condiviso, tuttavia devo essere scettico nei suoi confronti. A prescindere che il mio amico sia o meno un fisico, io devo dubitare. Non se la prenda il mio amico che l’ha condiviso, però devo farlo se voglio veramente informarmi su questa notizia.

Le persone, appena letta la notizia, prendevano immediatamente la prima scopa che gli capitava a tiro e facevano l’esperimento. Se la scopa riusciva a stare in piedi, dicevano che la notizia era vera e condividevano il post diventando loro stessi fonte di spazzatura.

Nessuno ha fatto quel che doveva fare: fare una ricerca su internet e informarsi se effettivamente la NASA abbia o meno riportato questa notizia. Bastava scrivere “scopa e nasa” e venivano fuori articoli che bandivano come “fake news” la notizia della scopa.

Ogni giorno della nostra vita possiamo far stare in piedi la nostra amatissima scopa. E ciò non dipenderà tanto dall’inclinazione terrestre, quanto dall’inclinazione del nostro pavimento.

Nel caso in cui non avessimo trovato nessun articolo che contesti il post di Facebook, potremo considerare la notizia vera? NO. Si tratta comunque di un post su Facebook, il quale non rappresenta una fonte attendibile di notizie.Potreste andare a questo punto sul sito della NASA e vedere se effettivamente viene riportata la notizia.

So che tutte queste informazioni vi sembrano scontate e banali, ma non capisco perché non le applicate. Non capisco perché avete questa spasmodica voglia di condividere tutto ciò che leggete. Ingolfate solamente un sistema informatico di spazzatura.

Un conto ovviamente è parlare di una scopa che sta in piedi da sola, al massimo si fa solo una brutta figura. Tuttavia quando si parla male di una persona, o di un’emergenza come il COVID-19, i danni potrebbero essere più gravi.

  1. Abbiamo accertato che la notizia sia vera, posso condividerla? Ancora NO, poiché bisogna verificare l’attendibilità delle fonti! Parlerò delle notizie che riguardano l’ambito medico-scientifico.

Se un esperto fa una dichiarazione senza citare le fonti vale veramente poco e NON è considerata oggetto della medicina basata sull’evidenze. Sorpresi? E’ normale.

A questo link potrete approfondire l’argomento “medicina basata sull’evidenze”

Tornando al nostro esperto: se lui non cita la fonte dalla quale ha preso le notizie, le sue parole valgono 0. Nel momento in cui c’è un minimo di riferimento bibliografico, quelle informazioni acquistano immediatamente un’attendibilità. La ricerca scientifica è la base sulla quale si erge la medicina. Le opinioni non creano fondamenti, i fatti sì. Le opinioni sono utili per argomentare una situazione nuova e mai studiata, ma non devono essere prese come verità indissolubili.

Nemmeno i “fatti”, i “dati” sono una verità indissolubile. Non esistono verità nella medicina. Esistono delle nozioni che però non sono ogni volta ed in ogni caso veritiere. Per la maggior parte dei casi quelle nozioni valgono, per altri no. Qua si potrebbe parlare per ore, la questione è che quando si parla di medicina nessuno è l’Esperto, nessuno è il luminare. Esiste una comunità scientifica di ricercatori che ogni giorno aggiunge un granello di sapere nel vasto deserto delle conoscenze mediche. Ognuno da il suo piccolo contributo e, passo dopo passo, ricerca dopo ricerca si comprende sempre poco meglio il corpo umano, il suo affascinante funzionamento e le sue disfunzioni.

Quindi l’esperto cita una ricerca. Quindi il suo dire, il suo parlare acquista una forma ben definita e con quel riferimento bibliografico, io o voi, potremo andare a vedere cosa c’è scritto in quella ricerca. Cosa ancor più importante di vedere cosa c’è scritto in quella ricerca è capire di che tipo di ricerca si tratta. Non tutte le ricerca hanno la stessa attendibilità.

L’immagine sopra rappresenta la piramide dell’evidenze (https://ebm.bmj.com/content/21/4/125). Come vedete un case-report non ha la stessa validità di una meta-analisi. Questo per più motivi, uno dei quali è il numero di persone coinvolte per queste ricerche. In un case-report compio l’esperimento su un singolo paziente, mentre nella meta-analisi vengono studiati decine di migliaia di pazienti.

Per concludere il nostro esperto può dire quel che vuole ma se non cita la fonte, ha poco senso ciò che dice. Se la cita, l’attendibilità dell’affermazione dipende molto dal tipo di studio che ha citato.

Esempio: l’esperto dice: “l’aspirina provoca sanguinamenti, secondo lo studio X”. Lo studio magari è un case report e parla di un tizio che prendendo l’Aspirina ha iniziato a sanguinare. Tuttavia prendendo una popolazione campione più vasta si può notare che l’Aspirina causa sanguinamenti solo ad un numero bassissimo di casi.

So bene che quel che ho scritto sia banale per la maggior parte di voi. Tuttavia sono convinto che ancora una buona fetta di persone non effettua queste banali considerazioni prima di condividere una notizia o per informarsi su di un determinato argomento. Sappiate che per informarsi correttamente non è importante il numero di articoli che si legge, ma la loro veridicità .Quindi se perdete tempo a trovare una buona fonte di notizie non è tempo perso. Meglio leggerne una buona che mille scadenti.

Quindi:

  • controllate se la notizia sia vera
  • controllate l’attendibilità delle fonti, magari risalendo alla fonte principale!
  • Un esperto che parla non è una fonte attendibile. Un articolo scientifico pubblicato su di una rivista scientifica prestigiosa lo è

Francesco Calò

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Fonti:

https://ebm.bmj.com/content/21/4/125

https://it.wikipedia.org/wiki/Medicina_basata_su_prove_di_efficacia

https://en.wikipedia.org/wiki/Evidence-based_medicine