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I rappresentanti del Seguenza ai microfoni di UniVersoMe

Universome Redazione
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Attualità
attualità intervista preside rappresentanti Seguenza

Scuole, istruzione e malcontento generale: questa secchiata d’acqua ha trovato un terreno secco che l’ha assorbita subito.

Gli elementi principali di questa vicenda sono: una preside che, vessata dalle continue riforme scolastiche, si ritrova a dover fronteggiare situazioni economiche spiacevoli; una comunità studentesca figlia di questa generazione emotivamente e socialmente sfortunata; delle frasi esasperate dalla frustrazione e, forse, dalla stanchezza.

La prof.ssa Leonardi ha avuto la possibilità di replicare, chiarire la propria opinione. Noi in quanto studenti abbiamo pensato agli studenti: cosa hanno provato? Come vivono ogni giorno la loro condizione di studente liceale del 2020?

Sembra una frase tanto futuristica, eppure eccoci qua. Dopo l’assemblea convocata stamattina davanti al Municipio, ci siamo fermati con i rappresentanti di istituto Giorgia, 18 anni, Matteo, 18, e con Hermès, 20, studente attivo da diversi anni nell’ambito della politica studentesca.

Matteo e Giorgia durante una manifestazione – 2019

Da cosa scaturisce tutto?

Giorgia: noi da tempo nutriamo un malcontento nei confronti non soltanto della preside, ma delle Istituzioni in generale, perché ci ritroviamo in una scuola che non ha fondi, che non è curata e che quindi non funziona. Non abbiamo i servizi e, nonostante tutto ciò, ci ritroviamo a pagare una quota sostanziosa, 75€ annui, per accedere ai viaggi di istruzione, ma semplicemente anche ai corsi. Se un ragazzo è bravo in matematica, ad esempio, e vuole fare un corso di potenziamento, non può se non paga i 75€. Sappiamo benissimo che, anche la nostra Costituzione lo dice, il ragazzo valido deve continuare a studiare, deve specializzarsi, anche se non ha possibilità economiche.

Matteo: non solo questo. Abbiamo una piattaforma che consente agli studenti di accedere ai vari progetti, che possono dare o non dare crediti. I ragazzi del triennio si trovano obbligati a pagare questa quota per riuscire ad accedere ad un qualunque tipo di progetto che può dare crediti, che serviranno poi per l’esame di maturità.

Giorgia: noi ci siamo ritrovati in questa situazione perché questo malcontento è sfociato in una serie di “rivolte” e anche in un’assemblea autoconvocata, per avere un diretto confronto con la preside. Inizialmente ci ha accolti il vicepreside Prestipino, successivamente è arrivata lei. Da una settimana nutrivamo questo malcontento.

Dunque vi siete ritrovati in una condizione che non potevate più sopportare. Hermès, tu eri presente quando la dirigente ha fatto il suo discorso? Come ti sei sentito?

Sì, in quel momento il discorso mi ha toccato, nonostante io non sia figlio di un contadino, e ho pensato che sicuramente chi viene etichettato come “figlio di contadino” possa comunque risentirne, possa non essere d’accordo con questo giudizio. La preside sicuramente, come lei stessa ha detto, avrà avuto un momento di “defiance”, chiamiamola così. Forse non era nemmeno questo ciò che voleva dire; ciò non toglie che ha scatenato una bufera su sé stessa.

Matteo, avete avuto un confronto diretto con la Preside di recente?

Dopo le varie forme di protesta che abbiamo attuato, solo Giorgia ha avuto rapporti con la Preside. Per il resto noi non siamo stati né ricevuti, né convocati; non abbiamo avuto modo di parlarle. 

Cosa pensate che accadrà adesso?

Giorgia: ora come ora sinceramente non abbiamo intenzione di fermarci, è stata una settimana lunga con una serie di proteste che non possono finire così. Sicuramente non ci fermeremo, o meglio, non ci fermeremo fino a quando non avremo delle risposte. Esigiamo delle scuse perché non solo molte persone ci sono rimaste male, ma è stato anche un attacco a delle scuole che realmente meritano. Penso che un Nautico, una Verona Trento o un qualsiasi Istituto Tecnico siano assolutamente rispettabili e che i rappresentati di quelle scuole siano uguali a noi. Per questo noi non abbiamo concepito questa cosa come positiva, anzi come estremamente negativa: vogliamo delle scuse e, fino a quando non ce le darà, continueremo secondo i nostri ideali.

Sit-in degli studenti del Seguenza presso Piazza Unione Europea, Messina 2019

Avete visto nell’atteggiamento della dirigente prepotenza, come se fosse quasi un bullo?

Giorgia: ho visto ieri la preside perché mi ha chiamata esplicitamente per un’intervista. L’ho vista non solo molto tesa, ma anche come una specie di muro, come se non volesse realmente far capire alle persone il suo stato d’animo attuale. Potrei anche sbagliarmi, ma ho avuto questa sensazione. Bullo? Credo di no, lei è una persona rispettabilissima e tutti possono sbagliare. La bravura sta nel far pesare questo errore il meno possibile, semplicemente chiedendo scusa, in modo tale da chiarirci su questo punto.

Secondo voi la dirigente si riferiva alla condizione economica o culturale delle famiglie di contadini?

Giorgia: sicuramente alla condizione economica.

Secondo voi la conoscenza della lingua italiana prescinde dall’avere scelto un percorso scolastico liceale piuttosto che professionale?

Giorgia: assolutamente sì, la lingua italiana è alla base di tutto, indipendentemente dalla scelta del percorso scolastico.

Insomma, certamente è stata una battuta infelice.

Hermés: più che altro il suo è stato un ragionamento, secondo me. 

Giorgia: ha cercato di tirare fuori l’orgoglio dei ragazzi, ma non è andata così evidentemente.

Hermés: Quello che a noi ha fatto intendere è che se vieni al Seguenza sei benestante, devi pagare questa quota perché sei benestante, senza nessuna distinzione. Per questo è accusata di classismo. Nonostante l’intera società stia dimostrando i suoi torti, la preside sta dimostrando di peccare di presunzione in questa situazione.

Matteo: Penso – e credo di parlare a nome di tutti noi studenti [del Seguenza n.d.r.] – che sentiamo di non avere nulla in più di qualsiasi altro studente di qualunque liceo, che sia un Professionale o di altro tipo.

 

Sebbene il pessimismo e la politica dell’odio abbiano -speriamo in un “abbiano avuto”- la meglio negli ultimi anni, influenzando notevolmente gli adolescenti che ora più che mai nella loro vita affrontano un vortice di emozioni, turbamenti, ansie e paure, ma continuano a credere e lottare per i loro diritti, a volte calpestati come il diritto di gratuità dell’istruzione, non dimentichiamoci l’art.33 della nostra Carta Costituzionale.

Per quanto le affermazioni siano state fuori luogo, inappropriate, e senza scuse, che abbiano colpito personalmente studenti, ex studenti, docenti e colleghi della stessa dirigente, ciò non toglie che l’ingranaggio in cui lei lavora si è inceppato per la necessità di rastrellare fondi che obiettivamente non tutti i fruitori finali possono permettersi o vogliono corrispondere. L’innesco è stato attivato, non nel migliore dei modi, ma adesso che la situazione è questa: è giusto che una scuola pubblica, costituzionalmente gratuita, debba chiedere denaro anche sotto forma “volontaria” per svolgere attività didattica?

Questo è il frutto distorto dell’autonomia scolastica, da una decina di anni a questa parte, che arranca con il “volontario” aiuto dei genitori. Per quanto ancora si dovrà sostenere questa precarietà?

 

 

Giulia Greco, Emanuele Chiara

La dirigente Leonardi ai microfoni di TCF

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