Northwestern University: il corpo umano è fatto di polvere di stelle

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Secondo gli astrofisici della Northwestern University, metà del nostro corpo è composto da atomi provenienti da collisioni stellari.

Strano ma vero.

Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatte le stelle. È questa l’ipotesi  cui sono giunti gli astrofisici della Northwestern University di Evanston, in Illinois. Lo studio, pubblicato sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society ha dimostrato che almeno metà del corpo umano ha origine dallo spazio.

Tutti gli Organi, muscoli e scheletro hanno buona parte dei propri mattoni dalle particelle stellari che aleggiano, molto di più di quanto si possa immaginare, nell’atmosfera terrestre. Il corpo umano è quindi intimamente legato al Sole e alle sue reazioni nucleari i cui prodotti raggiungono il nostro pianeta attraverso il vento solare. Anche i rimasugli del Big Bang, della nascita e morte di stelle lontane, delle collisioni cosmiche tra pianeti e asteroidi, rivivono all’interno del nostro corpo che ospita, tra le pianeti e asteroidi, rivivono all’interno del nostro corpo che ospita, tra le intercapedini, pulviscolo stellare, atomi provenienti dallo spazio profondo.

 

La simulazione effettuata dagli scienziati ha dimostrato che buona parte delle galassie che sono presenti nell’universo si espandono assorbendo le nuvole di gasprodotte dall’esplosione delle supernove vicine. Ciò che gli astrofisici hanno scoperto attraverso i recenti esperimenti ha suscitato profondo interesse negli studiosi: la nostra galassia assorbe una tale quantità di atomi provenienti da altre galassie assimilabili come volume, alla grandezza della massa solare.

Considerazioni che confermano ciò che si teorizza da tempo: Carbonio, azoto e ossigeno, mattoni fondamentali di cui sono composti i corpi umani e con essi la flora e la fauna del nostro pianeta, sono il risultato dei processi avvenuti milioni di anni fa all’interno delle stelle, che hanno prodotto gli elementi basilari di cui sono composti persone, animali e piante sulla terra. Delle vere e proprie fucine di vita.

Quando l’idrogeno si esaurisce le stelle di grande massa collassano e disperdono nell’universo buona parte di tutto il materiale di cui erano formate diffondendolo in tutto l’Universo. Una parte di questa pioggia di pulviscolo stellare è arrivata milioni di anni fa anche sulla terra e l’assembramento di quelli elementi primordiali ha consentito la nascita delle prime forme di vita, che grazie all’azione di millenni d’evoluzione ha portato poi agli attuali organismi viventi.

Carmela Caratozzolo