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Taglio dei parlamentari, via libera dalla Camera

Redazione Attualità
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Approvato in prima lettura il testo costituzionale che riduce del 37% il numero dei parlamentari. Ad agosto il voto definitivo.

 

Si è conclusa con l’approvazione della proposta di legge costituzionale la seduta della Camera di ieri, 9 maggio. 310 i voti favorevoli, 107 i contrari; tanti gli assenti.

La proposta di legge costituzionale n. 1585 – definita storica dal M5S – ha ad oggetto una corposa riduzione del numero dei parlamentari: 230 i parlamentari in meno alla Camera e 115 quelli in meno al Senato.

Il numero dei deputati passerebbe così da 630 a 400 e il numero dei senatori da 315 a 200, con un tasso di riduzione del quasi 37%.

La proposta, la cui paternità è stata fieramente rivendicata dal senatore della Lega Roberto Calderoli, è stata approvata con l’appoggio di Lega, M5S e Forza Italia.

I benefici derivanti dalla revisione sarebbero il taglio di una buona fetta della spesa pubblica dedicata al Parlamento (con un conseguente risparmio per le casse dello Stato) e la velocizzazione delle funzioni di Camera e Senato (i cui tempi e meccanismi sono da sempre oggetto di un acceso dibattito).

I “benefit”, però, non hanno convinto PD e LeU. La sinistra reputa irrisorio il risparmio che deriverebbe dalla manovra e inadeguato lo strumento del taglio per rendere più efficiente il Parlamento.

Una riduzione così drastica potrebbe rappresentare un serio rischio per la rappresentanza dei cittadini: il numero minimo di senatori eletti per ogni regione passerà da sette a tre (confermandone due per il Molise e uno solo per la Valle d’Aosta).

I membri del partito di Zingaretti ritengono molto più produttivo optare per l’eliminazione del bicameralismo perfetto e l’istituzione di un’unica Camera.

Mentre il PD definisce quindi la proposta di legge costituzionale uno spot elettorale, per le imminenti elezioni europee, Di Maio rilancia: “È la vera natura del PD”. E aggiunge: “Il PD stia all’opposizione, perché in maggioranza continuerebbe a sperperare i nostri soldi per i loro privilegi”.

La proposta di legge costituzionale dovrà adesso – come previsto dalla nostra Costituzione – passare nuovamente sia al Senato che alla Camera per la seconda lettura, presumibilmente in agosto.

Questa volta sarà necessaria la maggioranza assoluta, ovvero il 50% + 1 dei membri (e non solo dei presenti) delle Camere.

Dopodiché il testo potrebbe essere sottoposto a referendum, a meno che non venga approvato con il favore dei due terzi di Camera e Senato.

 

Francesco D’Agostino