
Anselmo (Luca Argentero) sin da piccolo è afflitto da un singolare ritardo mentale che lo “costringe” a interagire solo con poche persone: la mamma (Galatea Ranzi), la ragazzina di cui è innamorato, il fabbro Silvano (Tommaso Ragno). Passano gli anni, il bambino diventa adulto e si ritrova a vestire i panni di “Copperman”, un supereroe, l’uomo di rame.
Copperman viene accolto come una sorta di esperimento, un lungometraggio da cui non si sa bene cosa aspettarsi.
Il regista che si è dilettato nella creazione della pellicola è l’eccentrico Eros Puglielli, che da il suo tocco visionario e libero ad un copione naturalmente fantastico e fiabesco.
L’atmosfera stessa valorizza i paesaggi, l’Umbria, la città di Spoleto, diventano luoghi suggestivi e sognanti.

Argentero è molto convincente nei panni del supereroe dall’armatura di metallo artigianale, come a sottolineare che qui il “supereroismo” è più che altro una metafora poetica.
Le scene d’azone ci sono, ottimamente montate e realizzate.
Buoni gli effetti visivi, così come le musiche di Andrea Guerra.
Nella seconda metà del film, si avverte un certo calo di ritmo, dovuto forse a situazioni talvolta ripetitive e qualche digressione forse poco opportuna.
Nel complesso è un buon film, ben realizzato, che diverte e fa sognare, adatto a tutti. Una piccola “fiaba”.
Benedetta Sisinni