Facebook: solo la metà degli adolescenti lo usa

Attualità
attualità facebook giovai internet socialnetwork

 Sempre più utenti giovani prendono le distanze dal social network Facebook, da sempre considerato il social più apprezzato e popolare.

I dati della ricerca condotta da Pew Research Center dal titolo ‘Teen, social media e Technology 2018’ mettono in chiaro che i millenials americani preferiscono di gran lunga Youtube, che in fondo è un social anomalo considerato che per guardare clip e video non serve un account, ed è frequentato dall’85% dei teenager. Vanno molto bene anche Instagram frequentato dal 72% e Snapchat  dal 69%, che è in fondo l’applicazione che, negli anni, ha condotto alla rivisitazione di tutte le altre con le recenti Stories e le Lens (filtri e maschere).

Secondo l’indagine, solo il 51% dei teenager statunitensi utilizza Facebook, seguito da Twitter e Tumblr, a loro volta 32% e 14% degli adolescenti.

Il gioco cambia quando viene chiesto “Qual è il social più volte aperto?” e la risposta più gettonata è Snapchat, seguito da Youtube, Instagram e Facebook.

Ci sono social network che ci accompagnano nel corso della giornata, social di cui non riusciamo a fare a meno, accumuliamo notifiche su notifiche e teniamo il cellulare a portata di mano anche quando dormiamo, e quella della sveglia è una scusa bella e buona. I giovani migrano verso altri social meno impegnativi dal punto di vista dei contenuti, questo perché Facebook ha perso la sua esclusività, non è più il luogo naturale di ritrovo.

Fra i giovani il 95% (nel 2015 era il 73%) dice di usare uno smartphone e quasi la metà (45%, il doppio di tre anni fa) di essere online “quasi costantemente”. Un altro 44% rivela di connettersi diverse volte al giorno. Insomma, nove su dieci vivono collegati ma i dati sulle ragazze sono più elevati. I ragazzi non hanno tuttavia un’idea univoca sui possibili effetti dei social su di loro. Il 45% crede per esempio che l’impatto non sia né positivo né negativo. Tre su dieci, invece, si ritengono convinti che le conseguenze siano positive (sottolineando la possibilità di collegarsi agli altri e di fare comunità ma anche di informarsi) e il 24% non è così fiducioso.

Serena Votano