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Dipendenza Patologica da Internet: meccanismi biochimici e neurobiologici

Universome Redazione
UNIVERSOME REDAZIONE
Scienza & Salute
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Basta salire su un autobus o frequentare un locale affollato, per rendersi conto di quanto oggi il nostro sguardo si sia abbassato.

Siamo letteralmente assorbiti, catturati dai nostri smartphone. Sempre connessi, sempre impegnati, al punto di perdere il contatto con la realtà.

“Sapete quante volte viene toccato lo schermo di un telefono? 2600 volte al giorno. Sapete quante di queste sono veramente necessarie? Solo 14”. Così recita Fabrizio Bentivoglio nel recente film Sconnessi, film che denuncia come Internet abbia modificato il nostro stile di vita creando una vera e propria dipendenza.

Circa il 90% della popolazione mondiale possiede una connessione internet. Dal 1999 gli utenti sono notevolmente aumentati. Dall’analisi statistica dei dati provenienti da 239 Paesi, è emerso come il numero degli utenti connessi ad Internet nel mondo abbia sorpassato la soglia dei 4 miliardi di persone. Un dato storico ci informa che oggi più della metà della popolazione mondiale è online.

Non sorprende a pensare che si stanno diffondendo sempre più i disturbi da abuso della rete telematica, l’Internet Addiction Disorder (IAD)che hanno riscosso una crescente attenzione da parte della comunità scientifica.

Il fenomeno sta acquistando una rilevanza sociale tanto da parlare di dipendenza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la dipendenza patologica come quella condizione psichica, e talvolta anche fisica, causata dall’interazione tra una persona e una sostanza tossica. Tale interazione determina un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione. Le nuove dipendenze, o dipendenze senza sostanza, si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti anomali. Tra essi possiamo annoverare il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da tv, da internet, dal sesso, shopping compulsivo, dall’eccesso di allenamento sportivo.

 

La dipendenza patologica e i criteri diagnostici

Il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) comprende anche il gioco d’azzardo che non è correlato all’uso di una sostanza.

Servono ulteriori ricerche ed evidenze per includere formalmente i disturbi da abuso della rete telematica IAD (l’Internet Addiction Disorder ) nel DSM5.

Già nel 1995 Ivan Goldberg propose di introdurli nel DSM . Si stanno rapidamente diffondendo senza un ufficiale riconoscimento e con continui disaccordi rispetto ai criteri diagnostici da utilizzare.

In particolare, il dibattito in corso mira a definire se l’IAD deve essere classificato come una dipendenza comportamentale, un disturbo del controllo degli impulsi o un disturbo ossessivo-compulsivo.

La dipendenza da internet è legata al tipo di attività svolta varia in genere in relazione al sesso e all’età.

Attualmente sono stati riconosciuti cinque tipi di dipendenza:

-Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction) Tendenza ad istaurare relazioni di amicizia o amorosi via chat, forum, social networks. Tali relazioni diventano man mano più importanti delle relazioni reali.

-Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction) uso compulsivo di pornografia e sesso virtuale.

-Gioco Offline (Computer Addiction), tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non in rete.

-Gioco Online (Net Compulsion), coinvolgimento eccessivo e comportamenti compulsivi collegati a varie attività online quali il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, i giochi di ruolo.

Quando parliamo di dipendenza da internet?

Quando la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nell’utilizzo della rete, creando in tal modo menomazioni forti e disfunzionali nelle principali e fondamentali aree esistenziali, come quella personale, relazionale, scolastica, familiare, affettiva. Le dinamiche di dipendenza dalla rete telematica si possono sviluppare al punto da presentare fenomeni analoghi alle dipendenze da sostanze, con comparsa di tolleranza (aumentare il numero di ore trascorse in rete per avere lo stesso effetto gratificante) craving (desiderio impulsivo) e assuefazione e astinenza( Se il soggetto tenta di ridurre le ore o si disconnette dalla rete diventa irritabile, nervoso, ansioso.)

La dipendenza patologica come ogni malattia mentale, altera il comportamento è tutto ciò che limita il nostro libero modo di essere, di comportarci, di scegliere è un qualcosa che ci viene sovraimposto. Il soggetto non sceglie di stare tutta la giornata davanti al pc, non andare a lavoro, perdere sonno.

NON È RILEVANTE LA VOLONTÀ del soggetto a smettere, il soggetto può avere anche un alto quoziente intellettivo e avere una dipendenza da internet come da nicotina.

Perché?

Poiché ovviamente tutti noi dobbiamo  fare i conti con i limiti del nostro sistema nervoso, con dei processi biochimici sovraimposti dalla biologia e dalla fisiologia. E’ un meccanismo biochimico che si autoinnesca nel cervello.

 

Come avviene la dipendenza?

La dipendenza da sostanze e comportamenti usa un meccanismo antichissimo, caro all’evoluzione e alle diverse specie ovvero la gratificazione, il circuito della ricompensa ed il rinforzo negativo o positivo.

Il circuito della ricompensa è un comportamento attuato anche dal neonato, da ogni specie dalle farfalle all’essere umano. Tanto più un’azione è gratificante tanto più essa tende ad essere ripetuta nel tempo. Sono dei meccanismi che servono a salvaguardare la specie. Non tutte le dipendenze sono patologiche anzi alcune sono necessarie. Ad esempio l’atto sessuale è un evento gradevole che tende ad essere ripetuto nel tempo e consente la riproduzione per questo le specie non si sono estinte.

Le dipendenze fisiologiche o patologiche si basano sul circuito della ricompensa.

Esso è costituito da tre momenti:

– La componente preparatoria (il desiderio e le azioni messe in atto per raggiungere l’oggetto del piacere);

– La componente incentivante motivazionale (motivazione a provare qualcosa di nuovo);

– La componente consumatoria: piacere, soddisfazione e gratificazione.

 

Biochimicamente cosa avviene nel cervello?

  • L’Area tegmentale ventrale rilascia dopamina,
  • Liberazione dopamina dal Nucleo Accumbens. Il rilascio di dopamina dal Nucleo Accumbens è correlato al piacere alla gratificazione,
  • Contemporaneamente avviene l’inibizione del lobo frontale (area deputata al giudizio, alla coscienza, alla razionalizzazione. Consequenzialmente se tale area è inibita il soggetto non considera più il pericolo, la sua razionalità è compromessa).
  • Inibizione dell’amigdala la quale in genere è deputata a far insorgere nel soggetto ansia, paura e consente di scappare dinnanzi un pericolo, se tale area è inibita il soggetto non è ansioso, è quindi troverà beneficio dall’ azione, sentendosi più rilassato, meno agitato e non tenderà a scappare).Ciò funziona per tutte le dipendenze anche da sostanza e comportamento. Esaminiamo la dipendenza più comune quella da social network.Oltre al circuito di ricompensa avviene un rinforzo positivo:

    Se il soggetto ha difficoltà ad istaurare relazioni nella realtà per tratti di personalità per la sua timidezza, per la sua personalità evitante, per la sua introversione, sarà facilitato da internet ad instaurare relazioni velocemente, a parlare  liberamente senza arrossire o essere impacciato, sarà più disinibito.

    Il soggetto tramite i social può offrire un’immagine di sé che non è reale, fornire agli altri un’immagine idealizzata che vorrebbe avere.

    Avrà più facilmente accesso ad essere in contatto con le persone di suo interesse. Grazie a facebook, instagram, whatsapp sarà aggiornato sulla vita e sui movimenti di chi gli interessa, ci saranno foto, video, pensieri condivisi dalla persona ,i social vanno tanto di moda perché sono basati  sulla stimolazione piacevole della curiosità, erotizzazione delle informazioni.

    Rinforzo negativo eviterà il rifiuto diretto, essere nascosti dietro uno schermo evita figuracce, la perdita di tempo nell’ottenere informazioni.

    La specie si evoluta basandosi sul rinforzo positivo e negativo. Tutte le azioni umane sono esplicate per avvicinarsi al piacere o allontanarsi dal dolore.

     

    Dipendenza e tratti di personalità

    Ci sono persone più inclini a sviluppare dipendenze patologiche da internet, comportamentali o patologiche? Si, senza dubbio.

    In parte è genetica, correlato a tratti di personalità come il Neuroticismo, l’impulsività e l’eccesiva reattività a stimoli esterni.

    Il  neuroticismo è quella  caratteristica di personalità connessa alla tendenza a provare emozioni prevalentemente negative come il pessimismo.

    Questo tratto risulta associato tanto al disturbo da uso di sostanze quanto ai disturbi depressivi e ai disturbi d’ansia.

    Più elevata sensibilità allo stress. I soggetti con tale tratto hanno la predisposizione al sensation-seeking, la tendenza di avere una continua ricerca del nuovo e dal costante bisogno di provare di forti emozioni, unitamente all’ipersensibilità verso le ricompense, il piacere e a una parallela insensibilità alla punizione.

    L’Impulsività  si riferisce a un modello di comportamento sotto-controllato e privo di limiti, nel quale l’individuo incapace a ritardare la gratificazione, agisce senza alcuna preoccupazione rispetto alle potenziali conseguenze.

    L’impulsività è il tratto comportamentale che sembra maggiormente correlato all’uso problematico di sostanze e alle dipendenze, comprese quelle comportamentali, come il gioco d’azzardo patologico.

    L’eccessiva reattività agli stimoli esterni, rappresenta un ultimo tratto comportamentale accordato sulle frequenze del disturbo da dipendenza, nello specifico connesso alla fase della ricaduta. Gli individui a maggior rischio di ricaduta siano quei soggetti per i quali gli stimoli esterni presentano un elevato potere incentivante; questo è in linea con il fatto che la ricaduta è spesso determinata da quegli stessi stimoli ambientali (luoghi, persone, strumenti) o psichici (particolari emozioni, stati dell’umore, pensieri ricorrenti) precedentemente associati all’assunzione di droghe, di sostanze psicoattive.

    Cosa fare se si ha una dipendenza patologica da internet?

    Ammettere di avere un problema.

    Rivolgersi ad uno psicoterapeuta ed iniziare una terapia cognitivo- comportamentale mirata alla riduzione graduale del comportamento patologico dipendente, con l’individuazione e attuazione di comportamenti alternativi, sufficientemente gratificanti, che possano sostituirlo,

    Superare  difficoltà socio-relazionali.

    In ambito strategico le patologie legate all’utilizzo patologico di internet possono venire suddivise in due tipologie:

    • quelle basata sulla ricerca del piacere
    • quelle basate su un meccanismo di tipo ossessivo-compulsivo.

    Il paziente attraverso stratagemmi terapeutici viene inconsapevolmente condotto dal terapeuta  a vivere esperienze emozionali che sblocchino la sua rigidità e lo indirizzino verso una nuova visione della realtà.

    Nelle patologie incentrate sul piacere, le manovre vertono a far interrompere il rituale piacevole di cui il soggetto non riesce a fare a meno.

    Nel caso in cui sia presente un meccanismo di tipo ossessivo-compulsivo si seguirà una logica differente. In questo caso il soggetto è vittima delle sue strategie di controllo. La prescrizione principale  in tale caso in genere è quella di eseguire il rituale in modo più gravoso, confinandolo in un determinato spazio e tempo. Si tratta quindi di opporre al rituale un contro-rituale che ne riduca l’effetto o l’ipnoterapia.

    Vi sono differenti strategie:

    • Strategia legata alle conseguenze positive future. Sottolineare gli aspetti gratificanti di lungo termine legati al superamento della dipendenza stressando gli aspetti negativi del presente. Usando le tecniche immaginative orientate al futuro.
    • Strategia legata all’accentuazione delle conseguenze negative. mettere il paziente di fronte alle conseguenze negative della sua dipendenza svalutandone allo stesso tempo il piacere immediato. fantasie immaginative avverse, concentrandosi sulle conseguenze negative del comportamento che sono specifiche per il soggetto.
    • Strategia legata alla sostituzione del mezzo di gratificazione. L’attenzione in questo caso è rivolta alla ricerca di metodi non distruttivi che permettano al soggetto di ridurre il suo stato di tensione. Centrali in questo caso sono le tecniche di rilassamento autoguidato che permettono di trasportare le suggestioni ipnotiche nella situazione in cui l’individuo necessita aiuto. Queste tecniche, permettono di controllare la respirazione, la tensione muscolare e la sensazione associata di ansietà, fornendo al soggetto la percezione di autoefficacia, incoraggiandone così la messa in atto di strategie adeguate di coping.
    • Strategia di autogratificazione. Si opera in tale caso sul rinforzo del se del soggetto mediante suggestioni che vanno ad accrescere l’autostima, il sentimento di autoefficacia e la motivazione intrinseca al cambiamento.

    L’insieme di queste strategie permette di strutturare nel soggetto un comportamento di decision-making consapevole. Invece di rispondere in forma automaticamente e abitualmente, il soggetto viene portato a decidere in modo consapevole se concedersi il lusso di un’abitudine distruttiva .

    Nel caso in cui la dipendenza abbia coinvolto negativamente la famiglia,

    viene introdotta la terapia familiare supportare la motivazione del soggetto ad affrontare e risolvere la dipendenza.

    I gruppi di supporto sono una valida alternativa terapeutica soprattutto in quelle situazioni in cui la dipendenza da internet sia stata prodotta da mancanza di supporto all’interno della rete sociale di appartenenza.

    Terapia farmacologica

    Nei casi gravi vengono dati farmaci antidepressivi o stabilizzatori dell’umore che vanno ad agire sui sintomi causati dall’astinenza (ad esempio nel gioco d’azzardo patologico online).

    Conclusioni e consigli pratici

    La tecnologia è un ottimo strumento di crescita se ben usata, ma può causare gravi dipendenze patologiche. Per prevenire ciò è necessario:

    – La  conoscenza e l’autodisciplina.

    – Limitare uso trascorso in internet, monitorandolo, stabilendo di essere connessi solo per un periodo di tempo determinato incoraggiare utilizzo di reminder bigliettini

    – Praticare sport il rilascio di endorfine, evita la ricerca di piacere da altre fonti come internet, il cibo.

    – Instaurare relazioni vere ,fatte di chiacchiere, sguardi, canzoni. Iscriversi in attività di gruppo, vi sono diverse associazioni di ballo, canto, teatrali, politiche, sportive in relazione ai propri interessi che ti permettono di fare amicizia con gente che condivide le tue passioni.

    – Utilizzare app che bloccano l’accesso ai social per un tempo determinato e ti consentono un uso moderato e rimanere concentrato nelle tue attività: ad esempio Forest, un app free in cui ogni ora che sei concentrato senza guardare il cellulare e il pc cresce un alberello, di varie dimensioni e tipologie a secondo del tempo che stabilisci.

    Se mentre svolgi l’attività che avevi programmato in cui dovevi essere focalizzato nello studio o nel lavoro entri sui social l’albero muore. A fine giornata sarà piacevole vedere i frutti del tuo lavoro osservando la foresta con gli alberi che hai piantato con le ore concentrato nel tuo lavoro.

    – Fare belle passeggiate in cui si è sconnessi da  internet, chi ha necessità di trovarci può sempre chiamare.

    – Connettersi con la natura: usare i sensi, al giorno d’oggi non facciamo più caso ai nostri sensi. Utilizzarli consapevolmente.

    -Acuire l’osservazione, cogliere i dettagli, i colori, le forme geometriche.

    Prestare attenzione ai suoni, ai rumori, al tatto alle superfici, al nostro respiro e ai nostri passi,

    – Ascoltare il proprio corpo, verificare la nostra postura, la posizione che assunta nello spazio, la tensione che è presente in alcuni muscoli.

    – Sintonizzarci con la realtà vera.

    – Concentrarsi nelle cose pienamente, se  si studia, studiare e basta, se si lavano i piatti non pensare ad altro, rimanere concentrati,essere assorti pienamente nell’attività che stiamo svolgendo.

    Metà della felicità è nel contatto con la natura e nella consapevolezza del sé.

    A cosa  serve conquistare il mondo, avere milioni di informazioni quando poi si perde l’essenza del proprio se e della realtà?

    Cosa racconteremo ai nostri figli “…passavo ore con la testa bassa sul telefono a chattare con sconosciuti, a leggere email”?!

    Cosa ci stiamo perdendo? Sorrisi, sguardi, tramonti, interrotti da una notifica, dall’attesa di un messaggio, il nostro tempo è limitato, stressato da continui messaggi a cui rispondere. Siamo diventati schiavi.

    “Ascolta te stesso, sii libero, non dipendere da niente e da nessuno questa è la chiave della felicità.”

                                                                                                                                                                                                                                  Daniela Cannistrà