La storia fantastica del cinema America. Il recupero dei beni comuni

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C’era una volta a Trastevere , in via Agostino Bertani, il teatro Lamarmora , là al suo posto negli anni Cinquanta venne costruito il Cinema America.

L’arena venne chiusa nel 1999 per fare spazio prima ad una sala bingo e poi ad una palazzina ad uso residenziale.
A Roma come nel resto di Italia, negli anni a venire, vengono chiuse tante sale: cementificare piuttosto che curare e valorizzare il luoghi di cultura.
Nel 2008 il “comitato cinema America” , grazie anche al supporto dei trasteverini, riesce a bloccare il progetto di costruzione di un palazzo ad uso abitativo,ma le richieste per destinarlo ad uso sociale e culturale vengono rifiutate e la sala viene abbandonata.
È il 2012, accade un evento tipicamente giovanile: i “trast invaders” , ragazzi del liceo e dell’università, occupano per qualche ora il cinema e grazie alle foto che affollano i giornali la condizione di degradante abbandono del luogo è sotto gli occhi di tutti.
Di propria iniziativa e con il supporto degli abitanti del quartiere i ragazzi ricostruiscono il tetto, i pavimenti e creano una biblioteca e un’aula studio. Diventa uno spazio di aggregazione culturale.

Veloce aumenta l’interesse di attori, registi e produttori che passano dalla sala e supportano i ragazzi.
La sala è piena ogni giorno, vengono proiettati film e presentati prima dagli stessi registi o attori creando una atmosfera di scambio culturale. Il Maestro Ettore Scola è stato da sempre vicino a loro.
La storia non finisce qui: i ragazzi vengono fatti sgomberare ma i trasteverini, conquistati dalla passione dei ragazzi, concedono in comodato d’uso l’ex forno accanto il cinema.
È ora che nasce l’arena San Cosimato : cinema all’aperto nella piazza di Trastevere.
Più di un successo.

Questa è una storia di sgomberi, occupazioni e continue battaglie legali, l’ultima vede protagonista la sindaca Raggi e la l’appello del mondo del cinema (in direttissima da Cannes sottoscrivono Almodovar, Chastain e Sorrentino). Passando per iniziative bellissime come gli “Schermi pirata” e proiezioni nella periferia romana.
Intanto i ragazzi sono riusciti a vincere il bando per l’assegnazione della sala Troisi , altra sala chiusa da anni, e anche quest’anno da giugno ad agosto la piazza San Cosimato si illumina di cinema e riempie di persone (https://trasteverecinema.it/).

La realtà italiana vede, nella maggior parte delle città, sempre più coinvolti i cittadini nella cura e recupero dei beni comuni.
Non solo le sale vengono chiuse sempre più frequentemente, i luoghi di cultura o di interesse artistico vengono tenuti chiusi per mancanza di fondi. O almeno così molti dicono.

Le vicende che ho riportato potrebbero essere solo l’inizio di un vero e proprio movimento culturale italiano.
Chi meglio di noi, col nostro patrimonio, dovrebbe recuperare il rapporto coi nostri luoghi? Ritrovandone la bellezza, curandoli, rispettandoli e valorizzandoli tramite attività culturali : dalle proiezioni alle esibizioni alla creazione di luoghi di ritrovo per scambiare idee e conoscenza.
A Messina ci sono una quantità di luoghi chiusi al pubblico, riaperti ogni tanto per le Giornate di Primavera del Fai, che hanno tutte le caratteristiche.

È una idea bizzarra forse e potrebbe spaventare perché è un territorio ignoto.

I ragazzi del cinema America erano interessati ad avere uno spazio dove fare cultura, tutto è stato consequenziale, hanno studiato, hanno imparato a chiedere autorizzazioni e permessi, si sono fatti aiutare dai consigli di esperti. Difendono l’arte e i beni comuni, in un mondo che sembrerebbe andare in direzione contraria.
Non hanno mollato davanti alla bestia nera italiana che è la burocrazia.
Grazie ragazzi.

Checché se ne dica i “giovani d’oggi” sono interessati alla cultura, molto. Sono certa che non solo a Roma starebbero (o stanno già) in prima fila per migliorare la condizione delle città.
Questa è una avventura che stimola chi , come i ragazzi dell’America, ama i luoghi che ha attorno e crede nelle stesse idee.

Si dice sempre che l’Italia potrebbe andare avanti solo col patrimonio culturale e paesaggistico che ha, e allora perché non osare? 

Arianna De Arcangelis

 

ndr: per chi fosse interessato qui il link della pagina Facebook https://www.facebook.com/piccoloamerica/