Al Palacultura presentato il volume “Il secondo flagello di Messina”.

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“Il secondo flagello di Messina”, è il titolo del volume scritto da Giuseppe Giaimi la cui presentazione è avvenuta, nella serata di ieri, Palacultura. Oltre che riferirsi alle numerose alluvioni che nei secoli scorsi hanno colpito la città di Messina, il volume può essere definito anche un documento da acquisire come patrimonio, al fine di non ripetere gli errori commessi in passato in materia di valorizzazione del territorio e prevenzioni catastrofi.

 
Nel corso della presentazione, moderata dal giornalista Marcello Mento, a cui hanno preso parte anche Giuseppe Restifo, Ordinario di Storia Moderna all’Università di Messina; Elina Gugliuzzo, Ricercatrice di Storia Moderna presso l’Università telematica Pegaso di Napoli e Giovanni Molonia, Esperto in riordino e la catalogazione dei fondi archivistici e documentali Archivio e Biblioteca Comunali, dove si è analizzata la natura delle alluvioni e di come queste, ancora oggi, nonostante tutte le tecnologie presenti in campo, non possano essere previste.
Il prof. Restifo ha ricordato, nel corso del suo intervento, quanto affermato da Papa Francesco, “non bisogna essere solo ecologisti, ma gli ambientalisti non possono non considerare i rapporti che intercorrono tra uomo e natura”.
Messina, nonostante tutte le opere di messa in sicurezza del territorio, possiede il 77% del territorio vincolato, eppure, nonostante ciò, si è sempre costruito ai margini dei torrenti, facendo finta che questi non esistevano. Da qui l’origine dei disastri, che dovrebbero farci capire come applicare meglio la politica della salvaguardia del territorio. Come ha ricordato al dottoressa Gugliuzzo, “spesso la storia dell’ambiente coincide con la storia della società, le cui dinamiche interne vengono cambiate proprio a seguito di disastri, come le alluvioni”.
Molonia, oltre a descrivere il prezioso lavoro di Giaimi in campo di ricerca, ha ricordato ai giovani, “durante la stesura di una ricerca, di consultare anche i documenti dell’archivio storico e non soffermarsi solo al Pc”, spesso non veritiero.
Il volume, edito da Nicolò Edizioni, nei quattro capitoli principali, seguiti da una grossa appendice, tratta varie tematiche. Si parte con il regime pluviometrico dell’ultimo secolo nel territorio di Messina. Si passa poi ai cenni e alle caratteristiche fisiche, idrografiche e ai mutamenti urbanistici della Città, strettamente legate alle alluvioni per poi proseguire con le alluvioni censite dal XVI secolo. A conclusione del libro, ecco entrare in scena le evoluzioni storiche di contrasto al dissesto idrogeologico con l’approfondimento di tutte le tematiche trattate in precedenza.
L’Autore del libro, ricorda come “rimboschimenti parziale e sistemazioni integrali dei bacini, sono solo alcuni dei provvedimenti adottati a partire dalla seconda metà del XIX secolo sono stati adottati per porre rimedio alla questione alluvione”.
A distanza di anni però, poco nulla è stato fatto per porre un limite al problema. Molti i torrenti che ancora oggi sono discariche a celo aperto, costituendo vere e proprie trappole per i cittadini che vi abitano intorno.

Piero Genovese

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